Cura ricostituente a base di metalli
Dal punto di vista degli investitori, il barometro delle commodity continua a segnare bel tempo. E visto che le materie prime rappresentano uno degli indicatori più efficaci della salute della congiuntura, in tempi di revisione in negativo delle stime sulla recessione questo non è un fatto scontato.
Va tuttavia precisato che le commodity rappresentano un universo vasto, che spazia dalle materie prime industriali alle merci agricole, passando per energia e metalli preziosi. Ognuno di questi grandi settori ha caratteristiche particolari e, spesso, cicli divergenti. Infine, un peso rilevante deriva dalla domanda delle diverse aree geografiche. E se è vero che l’Europa resta il grande malato dell’economia, è altrettanto vero che in Cina, Giappone e Stati Uniti la situazione della congiuntura è già molto diversa.
Un possibile approccio al comparto delle commodity distingue giudizi e valutazioni in base a orizzonti temporali di diversa durata.
Un esempio significativo in questo senso è rappresentato dal Commodity Watch realizzato da Goldman Sachs. L’importante Casa di investimento americana ha infatti corretto verso l’alto le sue previsioni di breve periodo, pur lasciando inalterate quelle a medio (12 mesi) e lungo termine. Sulla breve distanza la riduzione delle preoccupazioni legate all’andamento dell’economia cinese ha spinto Goldman Sachs a ritoccare le previsioni di guadagno dal 2 al 6 per cento. Tuttavia il giudizio a 12 mesi rimane, come detto, cauto, con una più modesta stima di crescita del 3 per cento. «Il motivo – spiegano gli analisti di Goldman Sachs – è che noi restiamo strutturalmente neutrali sui prezzi di lungo periodo di commodity e petrolio».
Con la dovuta premessa che questa asset class non è per tutti, anche l’investitore avvertito deve essere ben consapevole della complessità dello scenario di questi mesi e, di conseguenza, dell’elevata rischiosità. In queste condizioni risulta più che mai attuale, dunque, la regola aurea della diversificazione: in un portafoglio efficiente l’investimento in commodity deve impegnare risorse contenute. Ma, detto questo, per chi invece intende giocare la carta delle materie prime sulla breve distanza quali sono le scommesse più interessanti?
«Noi – riprendono gli esperti di Gs – preferiamo il rame e l’oro nero. Nel breve periodo i fondamentali del petrolio sono solidi grazie alla combinazione tra livello limitato delle scorte Opec e solida crescita della domanda dei Paesi emergenti. Quanto al rame, le preoccupazioni legate all’economia cinese si sono rivelate eccessive e siamo convinti che la domanda di Pechino crescerà nel secondo trimestre dell’anno».
Tradotto in numeri relativi all’andamento delle quotazioni, ciò significa per il petrolio una previsione di incremento del 6% in tre mesi, mentre per il rame il trend potrebbe risultare molto più dinamico, con un guadagno del 17% in un arco temporale di sei mesi. C’è poi un altro importante aspetto che gioca a favore in particolare del petrolio: il grado di volatilità dei prezzi, che si mantiene su livelli storicamente molto bassi.
Come sempre avviene, però, sull’altro piatto della bilancia non mancano le incognite. Per l’oro nero non tutti i segnali sono dello stesso tenore: in molte aree geografiche infatti la crisi morde la domanda e le conferme dell’intensità di questo fenomeno sono molteplici. Qualche giorno fa anche l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) ha messo mano alle sue stime e ha tagliato di 60mila barili al giorno quelle relative alla domanda mondiale, portandola a 90,6 milioni di barili. A ciò si aggiungono le variabili geopolitiche, numerose, tra le quali va ricordata almeno quella legata alla situazione in Iran.
Tratto da Il Sole 24 Ore